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Pranayama, come risvegliare l’energia del respiro

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Le tecniche di pranayama aiutano a riequilibrare l'energia e a calmare la mente Pranayama. Ovvero l’arte di respirare, il “controllo del respiro”. Tradotto letteralmente dal sanscrito, prana sta per energia e ayama per espansione: per cui pranayama significa espansione dell’energia. Il primo atto nella vita di ognuno di noi risulta spesso essere il più complicato e soggetto alle fluttuazioni della vita. Quando si è sotto pressione, una delle prime sensazioni che si avverte è quella di avere il respiro bloccato, di non riuscire a inspirare ed espirare in profondità come dovremmo.

Eppure la respirazione è l’atto più naturale che ci sia. La maggior parte di noi respira 17 mila volte al giorno all’incirca, senza prestare grande attenzione a questo processo anche se attraverso di esso immettiamo (e riceviamo) miliardi di atomi nell’ambiente che ci circonda.  Quando il respiro fluisce liberamente il nostro corpo scambia la propria energia con quella dell’universo e la riceve sotto forma di Prana, ovvero quella forza vitale  che nella scienza dello Yoga nutre e alimenta ogni cosa.

Le tecniche di pranayama, parte essenziale dello yoga, di qualunque stile esso sia, calmano, stabilizzano e focalizzano il corpo e la mente. Gli yogi si sono resi conto che gli animali capaci di respirare più lentamente, come  l’elefante o il serpente, vivono molto più a lungo rispetto agli animali che respirano più velocemente come la scimmia e il cane. Del resto esiste la convinzione che ogni essere vivente nasca con una quantità predefinita di atti respiratori: rallentare lo scambio di ossigeno e anidride carbonica con l’ambiente determinerebbe quindi un allungamento della vita. Partendo da questi presupposti gli yogi hanno escogitato speciali esercizi destinati a rallentare il ritmo del respiro prolungano la vita, secondo alcuni, fino a 150 o 200 anni. Ovvero il pranayama.

Maharshi Patanjali considerato l’inventore dello yoga in India nei suoi Sutra ha suddiviso il pranayama in 4 fasi: puraka (inalazione), antara kumbhaka (ritenzione dell’aria a polmoni pieni) rechaka (esalazione) e bahya kumbhaka (ritenzione dell’aria a polmoni vuoti)). L’obiettivo del pranayama è di allungare ognuna di queste fasi.

Volete sperimentare la potenza del pranayama?

Potete iniziare ad esercitarvi con  Nadi Shodana, una tecnica di respirazione a narici alternate che aiuta a liberare i canali energetici bloccati, libera dalle tensioni e dalla stanchezza e calma la mente.

Per prima cosa sedetevi comodamente, con la schiena dritta e le spalle rilassate e chiudete gli occhi. Posizionate l’indice e il medio della mano destra in mezzo alle sopracciglia , l’anulare e il mignolo sulla narice sinistra e il pollice sulla narice destra: serviranno a chiudere alternativamente le due narici. Iniziate chiudendo dolcemente la narice destra e espirate dalla narice sinistra. Inspirate dalla narice sinistra e utilizzate mignolo e anulare per chiudere questa narice mentre allontanate il pollice dalla narice destra ed espirate con questa. Inspirate dalla narice destra e, come avete fatto prima, chiudete la narice destra con il pollice e aprite la narice sinistra per espirare. Ecco un primo ciclo di Nadi Shodana. Continuate così alternando le narici per nove cicli respirando senza sforzi.

 

Clelia Coppone

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